Libro Start with Why di Simon Sinek

Recensione Libro Simon Sinek - Start With Why - Alessandro Ingala

Argomenti dell'articolo

Recensione Libro Simon Sinek - Start With Why - Alessandro Ingala

Libro Start with Why di Simon Sinek

Recensione Libro Simon Sinek - Start With Why - Alessandro Ingala

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Start with why è un testo con una missione precisa: mettere le persone in condizioni di sentirsi realizzate ed ispirate nella loro vita quotidiana.

Questo intento, decisamente ambizioso, è dichiarato nelle prime pagine e non riguarda esclusivamente individui con ruoli di particolare rilievo. Il “diritto” di sentirsi realizzati ed ispirati attraversa ogni livello: ogni individuo è in grado, infatti, di influenzare l’ambiente circostante fatto di fornitori, colleghi, clienti e altri individui.

E’ chiaro che lo stato di ispirazione produce evidenti benefici soprattutto nell’ambito professionale, sfera in cui sembra praticamente indispensabile per una carriera soddisfacente. Ma relegare Start with why all’esclusiva della sfera professionale è sicuramente un errore: i contenuti del libro, organizzati in un vero e proprio percorso, riguardano la conoscenza di sé stessi e la crescita personale come base per costruire non solo una carriera brillante, ma un’esperienza umana appagante, in armonia con altri individui.

Start with why propone al lettore diversi percorsi, individuali e di gruppo; il punto d’arrivo è simile: scoprire il proprio perché, nel caso dell’individuo, e scoprire il perché di un gruppo (ad esempio un team) nel secondo caso.

Ma cosa si intende con l’espressione “Il proprio Perché”?
Il perché è il punto d’origine delle nostre azioni, la motivazione più intima e radicata. Ognuno di noi ha un perché, chiaro, attuabile e incentrato su ciò che possiamo restituire al mondo. 

Secondo gli autori il perché si costruisce nella vita di ogni individuo dalla nascita ai vent’anni circa, un periodo di assorbimento in cui entrano in gioco persone ed esperienze importanti.

Vivere in armonia con il proprio perché permette sicuramente di porsi degli obiettivi adeguati, di avere un impatto positivo sulle vite degli altri, di trarne una soddisfazione piena e duratura.

Ad esempio: un avanzamento di carriera è per molti fonte di grande gioia, ma se non si è allineati con il proprio perché anche nella vita lavorativa, si tratterà di sperimentare un’euforia che con il tempo si dissolve.

Tutti noi, quindi, abbiamo un perché, alcuni di noi già conducono la loro vita secondo il proprio perché, molti di noi non hanno consapevolezza di quale questo sia.

Si introduce a questo punto il concetto di Cerchio d’oro (Simon Sinek TedTalks 2009).

Il modello del Cerchio d’oro si articola in tre cerchi concentrici, ognuno rappresentativo del nome che porta: Why, How, What, dal più interno verso il più esterno.

Tutti sanno cosa fanno, alcuni sanno come lo fanno, pochi sanno perchè lo fanno.

Bisogna fare molta attenzione a non confondere i risultati di un’azione col perchè dell’azione stessa.
Ad esempio: apparentemente si svolge un lavoro per ottenere in cambio un compenso, ma quel compenso è solo un risultato, non un perché, o almeno non un perché del tutto autosussistente… Il compenso mi permetterà infatti di viaggiare con gli amici, di acquistare un oggetto, di iscrivermi ad un corso di formazione.

Analogamente, il perché di un’azienda potrebbe sembrare il profitto, ma anche questa affermazione non è del tutto corretta: le aziende di successo conoscono precisamente la motivazione della loro attività (che non è il profitto anche se lo genera) e la comunicano in modo efficace, tanto da farci sentire parte di un progetto.

La ricerca del perché individuale è uno dei capitoli del libro e rappresenta uno dei percorsi proposti: da questo punto parte un viaggio vero e proprio, descritto dettagliatamente in ogni fase, attraverso i gironi del cerchio d’oro dal più interno verso il più esterno (Why, How, What).

Il punto di partenza e cuore della ricerca è una raccolta e selezione di ricordi personali. Un’attività guidata in cui il lettore comincia a setacciare il passato, individuando le esperienze più importanti del proprio vissuto.
Parlare di esperienze importanti potrebbe sembrare troppo generico e il primo approccio restituisce una sensazione di smarrimento.
Tuttavia il percorso segue un flusso molto lineare e dopo un grande impegno iniziale ci si trova perfettamente canalizzati verso l’obiettivo di ricerca.
I ricordi sui quali è bene focalizzarsi e sui quali si lavora nelle fasi successive, devono rispondere ad alcuni requisiti per essere funzionali allo scopo. 

Tra questi, ad esempio, è fondamentale fissare quelle esperienze, belle o brutte non importa, in cui ci siamo mostrati chiaramente per quello che siamo al massimo della nostra espressione, non per quello che vorremmo essere. Deve emergere la nostra parte più autentica.

La cosa fondamentale è quindi approcciarsi con impegno e sincerità, ritagliandosi uno spazio per sé stessi. 

Non si tratta di un compito semplice, anzi a tratti potrà essere addirittura doloroso, in quanto non si esaurisce al racconto dell’accaduto, ma è necessario stabilire col passato un legame emotivo ed essere in grado di descrivere le sensazioni provate durante le nostre esperienze più significative.

E’ proprio in queste sensazioni, in particolare nei temi ricorrenti, che è possibile rintracciare gli elementi che nel tempo hanno forgiato il nostro perché.

Individuato a grandi linee il proprio perché, si passa alla definizione dei come e infine dei che cosa. Partendo quindi da un piano concettuale, si arriva, alla fine del viaggio di Start with why, alla definizione di una serie di imperativi pratici.

Una guida quotidiana finalizzata a comportarsi, compiere scelte, porsi dei traguardi, in linea con la propria motivazione personale più radicata e sincera e con l’impatto che questa genera nell’ambiente umano circostante.

Perchè ho letto Start with why

Ho letto Start with Why all’inizio della mia carriera, momento in cui le mie scelte personali, in particolare lavorative, mi garantivano un senso di soddisfazione della durata massima di qualche mese. Il risultato di questo effetto era una ricerca continua e stancante di nuovi stimoli.

Ma non era solo il dover cercare continuamente una nuova strada ad essere fonte di frustrazione, quanto piuttosto il non sentirsi più coinvolto da nessuna delle possibili strade da percorrere.

Ad un individuo, abituato al cambiamento continuo per la sete di soddisfazione mai appagata, nulla appare meritevole di grande impegno, sacrificio, costanza.
Di conseguenza, le possibili strade da percorrere nel momento in cui si compie la valutazione che anticipa una decisione, appaiono incolore e insapore, già filtrate dal senso di insoddisfazione che immancabilmente si farà presente dopo i primi passi lungo il percorso nuovo.

Non avevo mai approfondito, prima di leggere Start with why, il mio perchè, anzi non ero neppure consapevole di averne uno. Procedevo per continui tentativi, alcuni più centrati, altri meno, perdendo però gradualmente di vista sia la mia reale motivazione e sia il significato delle strade intraprese.

Cosa ho imparato dalla lettura di Start with why

La lettura di Start with Why l’ho vissuta come un viaggio attraverso me stesso, con tutto ciò che questo comporta. Bisogna necessariamente armarsi di coraggio ed accettare una certa vulnerabilità quando bisogna rapportarsi con le esperienze significative del proprio passato.

Soprattutto perché il racconto da farne non deve avere né infiltrazioni nostalgiche, né distorsioni dettate dal nostro punto di vista postumo.

Bisogna invece (ri)mettersi nei panni del nostro io, nei momenti in cui vivevamo determinati eventi e provavamo le emozioni che ci hanno forgiati.

L’insegnamento più grande che ho tratto dal libro è stata la possibilità di leggere con una lente diversa i successi e i fallimenti del passato e le sfide future.

Da qui ho fissato un concetto forse banale ma molto sfuggente prima della lettura: se intraprendo una strada per soldi, riprova sociale, pigrizia … senza credere fermamente in ciò che sto facendo, la gioia che ne deriva non può che essere breve e poco appagante.

E, come un sillogismo, ciò in cui credo fermamente non può che coincidere con il mio perché.

Start with Why non mi ha suggerito le carte giuste da giocare nelle prossime scelte per la mia vita professionale e personale, ma ha acceso i riflettori sulle motivazioni che orientano le mie scelte, in modo da non poterle ignorare.

Concludo con un altro grande lascito di Start with Why, centrale nella filosofia degli autori e nella definizione del perché: l’impatto che abbiamo sulle vite degli altri.

La lettura del libro porta ad immaginare noi stessi inseriti in una rete di individui in grado di ispirarsi positivamente a vicenda, attraverso le proprie motivazioni personali.

Vivete ispirati!

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